Il saluto degli amici a Giuseppe Granieri ad unAcademy
Ci siamo riuniti ieri sera in unAcademy, la regione aperta da G.G. e ancora operativa grazie a Lorenza Colicigno e Luciana Mattei, per rendere omaggio a un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della cultura digitale, Giuseppe Granieri appunto.
Ieri sera, abbiamo ascoltato Lorenza Colicigno, Luciana Mattei, Tommaso Ariemma, Fabio Fornasari, Tonino Lane, Roberta Greenfield, Roberta Minì, Aquiladellanotte, la cugina Rosanna e Paolo Valente ricordare Giuseppe con emozione e affetto.
Nato a Potenza nel 1968, Giuseppe è stato un pioniere, un visionario, e soprattutto, un amico e mentore per molti di noi.
Con la fondazione di bookcafe.net nel 1996, uno dei primi siti letterari italiani, ha aperto una finestra sul futuro della letteratura e della comunicazione digitale. La sua voce è stata una guida per navigare le acque spesso turbolente del cambiamento tecnologico, e i suoi scritti hanno anticipato molte delle sfide e delle opportunità che oggi consideriamo parte integrante della nostra vita quotidiana.
Giuseppe non era solo un osservatore acuto delle tendenze digitali, ma anche un educatore appassionato, condividendo la sua saggezza come professore a contratto presso l’Università di Urbino “Carlo Bo” e attraverso le sue collaborazioni con testate prestigiose come Il Sole 24 Ore, La Stampa e L’Espresso.
Le sue opere, tra cui “Blog generation”, “La società digitale” e “Umanità Accresciuta”, continuano a essere fonti di ispirazione e riflessione per chiunque sia interessato a comprendere il nostro mondo in continua evoluzione.
L’ultimo suo lavoro, “Ethobiome“, il suo testamento spirituale secondo Lorenza Colicigno, merita un approfondimento maggiore.
“Ethobiome” di Giuseppe Granieri può essere definito come un’opera che esplora temi futuristici con una visione profetica e critica. Pubblicato nel 2016, il racconto anticipa questioni attuali riguardanti il giornalismo, l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, ponendo interrogativi filosofici e morali sulla tecnologia e la sua influenza sulla vita umana.
Granieri, con la sua narrazione, ci invita a riflettere su un futuro in cui la tecnologia potrebbe guidare la qualità della vita, ma al contempo aumentare la solitudine e indurre l’individuo a rischiare la propria esistenza. La storia, ambientata in una città modello africana, esamina il sistema “Ethobiome”, un controllo ottimizzato della vita umana, e si interroga sulla sopravvivenza dell’umanità in un mondo dominato dalla tecnologia.
In questo senso, “Ethobiome” si configura come un’opera che non solo predice scenari futuri, ma stimola anche una discussione critica sulle implicazioni etiche e sociali di un mondo sempre più automatizzato e interconnesso.
Ieri sera, tutti riuniti nel ricordo di Giuseppe, abbiamo celebrato non solo il suo contributo intellettuale, ma anche il suo spirito generoso e la sua capacità di connettere le persone. La sua eredità vive nelle conversazioni che ha avviato, nelle comunità che ha costruito e nelle idee che continueranno a influenzare le generazioni future.
Grazie, Giuseppe, per tutto quello che hai dato a noi e al mondo. La tua memoria sarà sempre una luce che guida verso un futuro più consapevole e connesso.
Ora una notazione e personale
Ho avuto il privilegio di “incontrare” Giuseppe nel fervore creativo del web sul finire degli anni ’90 inizi anni 2000. Era l’epoca dei blog e anche io ne avevo uno che si chiamava “Paradosso”. La sua presenza online era già un faro di ispirazione e innovazione.
L’ho ritrovato in Second Life nel 2007. Lì, Giuseppe, sotto l’alias di Junikiro Jun, aveva fondato unAcademy, un luogo di incontro per menti curiose e appassionate. Frequentavo assiduamente queste sessioni, attratta sia dagli incontri stimolanti che si organizzavano, sia dalla buona musica che Junikiro, nei panni del DJ, sapeva magistralmente selezionare.
Un incontro ad unAcademy, in particolare la sessione con Mario Gerosa sull’arte di Second Life, ha acceso una scintilla creativa in me. Fu quella conversazione illuminante a ispirarmi a intraprendere un viaggio che continua ancora oggi: la fondazione del Museo del Metaverso in Second Life. Quell’esperienza ha tracciato il percorso per un’avventura che si è rivelata essere non solo un arricchimento personale, ma anche un contributo significativo alla comunità digitale.
Poi ho avuto l’opportunità di incontrarlo di persona a Roma nel 2009, presso l’Ara Pacis, durante un convegno organizzato da Marina Bellini (Musei in Comune Roma 2.0) e Paolo Valente (uqbar.media art culture). Giuseppe era lì, come spesso accadeva, invitato in veste di relatore, pronto a condividere la sua visione e le sue intuizioni con un pubblico attento e coinvolto.
Nel 2020, un incontro fortuito ha riacceso vecchie amicizie e ne ha create di nuove nel vibrante mondo di Craft. Giuseppe, insieme a Paolo Valente e Fabio Fornasari, è stato tra gli ospiti d’onore invitati ad inaugurare “Arena”, una mostra digitale che ha catturato l’immaginazione di visitatori virtuali per ben quattro mesi.
Questo evento ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo per Giuseppe nel metaverso di Craft, dove ha deciso di riaprire le porte di unAcademy. La sua presenza ha arricchito la comunità, portando con sé un’ondata di conoscenza e ispirazione. Da allora, i ricordi si sono accumulati, tessendo una trama di esperienze condivise e momenti indimenticabili che continueranno a vivere nei cuori di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino virtuale.
Ogni momento trascorso con Giuseppe era un’occasione per crescere e guardare al futuro con occhi nuovi, e per questo gli sarò sempre grata