Il Corpo delle Donne, mostra collettiva
Ieri sera è stata inaugurata in Craft World, la mostra collettiva dal titolo “Il Corpo delle Donne”, organizzata nell’ambito delle iniziative del progetto +Donna Zero Violenza. Quindici gli artisti in mostra, ognuno dei quali ha presentato una installazione ispirata al tema di cui al titolo: Laura Antichi, Tina Bey, Velazquez Bonetto, Helissa Halasy, Eva Kraai, Lorenza Colicigno e Tonino Lane, Cherry Manga, Terra Merhyem, Meilo Minotaur, Xirana Oximoxi, CapCat Ragu, Fiona Saiman, Chris Tower, Tosha Tyran, Sergej Zarf.
Ogni artista ha interpretato il tema assegnato in base al proprio stile, al temperamento e ad una sua visione del corpo femminile, dando vita ad una esposizione variegata per generi e stili.
Sei artisti hanno utilizzato programmi di intelligenza artificiale.
Nel caso di Sergej Zarf, l’artista si pone in un rapporto dialogante con l’IA, quindi non soltanto l’invenzione di un prompt per giungere ad una determinata immagine, ma l’interazione con l’IA, mediante diverse richieste o prompt fino ad arrivare al risultato desiderato.
“La mostra si intitola “Attraverso le lenti dell’Arte: Un Viaggio di Resilienza e Bellezza” . È una mostra che presenta una collezione unica di immagini, realizzate in un dialogo tra due forme di “intelligenza”, quella emotiva umana e quella artificiale, che esplora temi di resilienza, forza e bellezza femminile in risposta alla violenza, esplicita e implicita, sulle donne.
Attraverso l’uso di diversi stili pittorici, ogni opera riflette una diversa sfaccettatura che celebra la diversità e la complessità dell’esperienza femminile nel suo cammino di affermazione identitaria: dall’Impressionismo che cattura la leggerezza dell’essere, al Surrealismo che esplora i mondi interni, fino all’Espressionismo che parla delle emozioni più crude.
Le opere sono un inno alla speranza, un richiamo all’azione e una testimonianza della resilienza indomita delle donne di fronte alle avversità.
Non solo una mostra, ma un viaggio emotivo e visivo, un richiamo all’empatia e alla comprensione.”
Fiona Saiman ha costruito un’installazione molto originale. L’esposizione si intitola “Da oggetto a SOGGETTO”,
“Nell’esposizione Da oggetto a SOGGETTO, il corpo della donna, da manichino si trasforma in quadro e indossando quadri e cornici, diventa la protagonista.
Guardando l’opera nel suo complesso, sembra quasi che le donne siano felici.
Il gioco di parole del titolo è una metafora: il posto nel mondo, la donna se l’è dovuto conquistare con sacrifici, lotte e spesso con la vita.
Non più donna Oggetto.
MA
Ancora oggi:
Guadagniamo meno degli uomini.
Ancora oggi:
Quando ci assumono, dobbiamo nascondere il desiderio di avere figli, di sposarci.
Ancora oggi:
Non siamo libere di lasciare un marito un fidanzato e di esprimere il desiderio di essere indipendenti.
Ancora oggi:
Non sempre è bene uscire di notte da sole.
E se veniamo violentate, e questo accade … Ancora oggi…
Ancora oggi, dopo lo stupro:
Ci viene chiesto se in qualche modo abbiamo causato lo stupro, se eravamo troppo sensuali, vestite troppo scoperte, se avevamo bevuto… come se il fatto di aver gridato NO, indipendentemente dal fatto di essere vestite in modo sensuale o meno, non contasse nulla.
Ancora oggi in molti paesi del mondo gli UOMINI pensano che la donna sia un OGGETTO. Ma noi NO!!!”
Laura Antichi ha utilizzato l’IA per costruire una mostra di immagini che illustrano autori e filoni della psicoanalisi.
Titolo “Il corpo delle donne: Psicanalisi e Scienze del Profondo”
L’artista dichiara “Sono entusiasta di presentarvi questa straordinaria esposizione fotografica, un’innovativa esplorazione visiva del complesso mondo dell’anima femminile attraverso l’obiettivo affilato dell’intelligenza artificiale.
Ogni immagine in questa mostra racconta una storia unica, plasmata dai concetti psicanalitici di pionieri come Jung, Freud, Horney, e dalle visioni trasgressive di pensatori come Oskar Panizza e Bataille.
Un Viaggio nell’Anima Confronto tra Psicanalisi e Scienze del Profondo Femminile:
Le opere esposte non sono solo fotografie; sono finestre aperte su mondi interiori, una fusione di arte e tecnologia che offre una prospettiva unica sul concetto di “corpo delle donne”. Attraverso l’analisi dei più profondi recessi dell’inconscio, ci immergiamo in un viaggio che svela le sfaccettature più oscure e luminose della femminilità.
Ispirato dai Maestri della Psicanalisi e dell’Avanguardia Letteraria
Ho attinto ispirazione da visionari come Jung e Freud, ma anche da figure trasgressive come Oskar Panizza e Bataille, per creare una narrazione visiva che sfida le convenzioni e celebra la diversità del corpo e della mente femminile.
L’Arte dell’Intelligenza Artificiale: Uno Sguardo all’Inconscio Digitale
Ogni immagine è stata generata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, un nuovo capitolo nell’evoluzione dell’arte visiva.
Attraverso algoritmi avanzati, ho esplorato territori inesplorati, montando le immagini come slide, mettendo in luce il potere creativo delle macchine nella rappresentazione delle complesse dinamiche psicologiche e corporee.
Invito all’Interazione: Sfogliate, Riflettete, Commentate
Vi invito a immergervi nelle immagini, a esplorare le connessioni tra le opere e i concetti psicanalitici che le informano. Ogni slide è una spinta a riflettere, a discutere, a condividere le vostre interpretazioni. Lasciatevi trasportare dall’arte dell’intelligenza artificiale e lasciate che la vostra mente si intrecci con i fili della psiche femminile.
Esplorazione Oltre i Confini: L’Intricato Labirinto della Femminilità
“Il corpo delle donne: Psicanalisi e Scienze del Profondo” è un’immersione nel vortice delle emozioni, delle contraddizioni e della bellezza.
Provate a scoprire il mistero dietro ogni immagine, a condividere le vostre percezioni e a partecipare a questa conversazione unica tra l’arte visiva e la profondità della psiche femminile.”
Eva Kraai, “intorno a un manichino dalle forme irrealmente perfette fa ruotare le immagini di donne reali e rappresentate: dalla Venere callipigia, simbolo di fertilità nel paleolitico, all’Afrodite della mitologia greca.
Gli artisti hanno sempre rappresentato in corpo della donna secondo la propria personale visione: bellezze eteree come la Primavera di Botticelli, Madonne che incarnano una mistica maternità, signore raffinate immerse nell’oro, come nelle opere di Klimt, forme abbondanti per Botero, fino all’autorappresentazione molto più realistica di Frida Kahlo.
Ma le donne reali? Le donne di potere, come la Regina Elisabetta, vestita in modo da richiamare la sua potente antenata, le donne di scienza, come Rita Levi Montalcini, le attrici, come Marilyn Monroe, dal tragico e misterioso destino, o Meryl Streep, dal formidabile talento.
E infine, poiché la guerra è sempre stata una tremenda realtà, le donne che combattono, da Giovanna d’Arco alle anonime soldatesse dei nostri giorni.
E tante altre ce ne sarebbero, perché l’universo femminile è troppo vasto per pretendere di rappresentarlo in poche immagini realizzate con l’AI.”
Velazquez Bonetto ha dato alla luce un’installazione molto originale di immagini AI raffiguranti corpi e volti di donne.
Helissa Halasy ci ha mostrato volti di donne realizzati con l’AI e incastonati in specchi.
“Donne, Storie, Emozioni”, sei ritratti realizzati con Adobe firefly AI. Immagini che lasciano intuire momenti di vita vissuta. Attraverso lo schermo della tecnologia, infatti, si scoprono echi di situazioni e sentimenti differenti, dalla gioia al timore, dal piacere al dolore, dalla consapevolezza della propria bellezza alla sofferenza di pensarla violata.
La forma di uno specchio settecentesco racchiude parole e immagini della contemporaneità al centro di una congiunzione tra passato e futuro.
Passiamo ora alle installazioni 3D, a cominciare dalla “Dafne’s Vengeance” tradotto La Vendetta di Daphne di Cap Cat Ragu, che reinterpreta il mito greco e trasforma in albero d’alloro il dio Apollo, sorte che nel mito tocca alla ninfa per sfuggire all’amore pressante del dio.
Il mito di Dafne racconta la storia di una ninfa che si trasformò in un albero di alloro per sfuggire all’amore ossessivo di Apollo, il dio del sole e della poesia. Ci sono diverse versioni del mito, ma la più famosa è quella narrata da Ovidio nelle sue Metamorfosi. Secondo Ovidio, Apollo si innamorò di Dafne dopo essere stato colpito da una freccia d’oro scagliata da Eros, il dio dell’amore, che voleva vendicarsi di un’offesa ricevuta da Apollo. Dafne, invece, fu colpita da una freccia di piombo che le fece odiare l’amore. Dafne era una ninfa devota alla caccia e alla libertà, e non voleva sposarsi con nessuno. Apollo la inseguì per tutta la Tessaglia, ma lei lo respinse sempre. Quando Apollo stava per raggiungerla, Dafne invocò suo padre, il fiume Peneo, o secondo altre fonti, la dea Gea, per salvarla. Il suo corpo si trasformò in un albero di alloro, con le foglie verdi e i fiori bianchi. Apollo, disperato, abbracciò l’albero e promise di renderlo sacro a lui e ai poeti. Da allora, l’alloro divenne il simbolo della gloria e della vittoria.
Bella l’opera di Meilo Minotaur che ci presenta un edificio con una finestra aperta dalla quale sporge una figura femminile che al posto delle mani ha due grandi piume, nell’intento di volare via, questi i versi che accompagnano l’opera:
e allora hai guardato
poi hai sorriso
hai aperto la finestra e sei volata
Xirana Oximoxi “ha voluto rappresentare la figura del corpo della donna in modo più completo e l’elemento che ha utilizzato per farlo è l’acqua. L’acqua è la fonte della vita, vale a dire senza acqua non ci sarebbe vita. L’acqua è considerata un elemento primordiale in molte culture. È un elemento associato alla fertilità e al rinnovamento. Nella tradizione culturale della Catalogna, regione di provenienza di Xirana, troviamo le “donne dell’acqua” che forse provengono dalle ninfe dell’antica tradizione classica. Le donne dell’acqua portavano benessere e ricchezza all’uomo che le sposava finché riusciva a mantenere il loro segreto. Nelle donne-acqua c’è un mistero che non può essere svelato e questo vale anche per l’essenza delle donne. I poeti stanno ancora cercando di scoprire la loro anima segreta interiore.” Il segreto di cui parla Xirana è quello della femminilità.
Lorenza Colicigno e Tonino Lane hanno presentato un’installazione il cui fulcro è una bellissima poesia di Lorenza, intitolta “Il corpo delle donne”.
L’installazione “Il corpo delle donne”, di Lorenza Colicigno & Tonino Lane, rimanda alla tela di Penelope, rovesciandone il senso: non più una tela tessuta e continuamente disfatta in nome del ruolo tradizionale della donna custode del talamo, bensì una tela intessuta di sguardi di donna liberi di immaginare progetti di vita autonoma, oltre gli schemi imposti dal patriarcato, senza tuttavia rinnegare la propria specifica identità, di cui caratteristica principale è la capacità di accoglienza e cura, di ascolto e di dialogo.
Il corpo delle donne (testo inedito di Lorenza Colicigno)
Mi vedo nei capelli arruffati del primo
mattino generoso di colazioni e borbottii,
fiuto le mie mani già odorose d’aglio
e olio sacro, mi scopro nel mio viso
atteggiato a eroina da musical
radiofonico, mentre ondeggiano
i fianchi, invidiati da Venere, sulle gambe
da record e s’incurvano le ardue spalle
che reggono il mondo e intanto
del timer assecondano il ticchettio
che rassicura sulla sorte del pasto,
insieme obbligo e dono a orari stabiliti,
e intanto il ticchettio della tastiera
genera segni che dicono di ruoli altri,
azioni e responsabilità pubbliche,
e tutto in sé assorbe il mio corpo.
Il corpo delle donne conosce l’odore
acre della fatica misto al fresco basilico,
dell’inchiostro misto al balsamico aceto,
mentre al sole rapisce radiosi gesti
da dispensare al cerchio famigliare
e non solo – s’estende in cerchi il cerchio
delle cure, comprende la città e oltre
l’Appennino s’inerpica fin oltre
l’immaginario mare dove fondersi
con il cielo ad abbracciare la madre
terra e l’universo tutto da salvare –
e alle stelle rapisce scintille, risorse
estreme nelle pause del sonno dovute
al dovere antico d’esserne custode.
Il corpo delle donne conosce il piacere
condito di vergogna o sfrontatezza
o rimorso o rivalsa o pegno o debito
o espiazione o ancora o ancora altro
negli occhi dell’altro, degli altri. Se
conquista, infine, il piacere, un piacere
gioioso e libero da divieti, sa che goderlo
è un privilegio da scontare in biechi
pregiudizi o da pagare forse con la vita.
Il corpo delle donne è un universo
che s’include per tradizione o per scelta
– insolubile enigma? – nelle reti del tempo
e dello spazio tessute da altri, e intanto,
e intanto il corpo – anima e cuore
e mente e puri sensi – tesse gesti
e parole, speranze e sogni, progetti
e utopie, in galassie d’azioni e scritture
che s’espandono e incontrano sbalzi
di venti e tempeste e aguzzi scogli,
ammassi d’inquiete inchieste debitrici
ad arrosti bruciati e a splendenti idee,
a sconfitte brucianti e vittorie silenziose.
Il corpo delle donne tesse la sua tela
intanto, una tela che più nessuno
disferà. Spem contra spem spero.
L’installazione è costituita da un telaio verticale su cui si sta tessendo una tela che contiene il testo poetico. Altri rotoli di tessuto contengono altri testi poetici della stessa autrice, che attengono al tema delle regole che costringono le donne nei recinti degli stereotipi e della violenza contro quante tentano di liberarsene.
Terra Merhyem presenta un’installazione 3D formata da un grappolo di donne danzanti, dal titolo esplicaticativo “L’unione fa la forza”.
L’opera di Tosha Tyran dal titolo “Unbind Yourself” tradotto “Slegati”, mostra una figura femminile senza testa avviluppata in una corda, con un braccio che sporge nel tentativo di liberarsi. Anche quest’opera è una metafora della condizione femminile.
Le donne sono imprigionate in mille stereotipi, luoghi comuni, convenzioni, pregiudizi quando non lo sono realmente e Tosha con la sua creazione invita le donne a liberarsi dai tanti vincoli che ne limitano la libertà.
Passiamo alla complessa installazione di Tina Bey, SUPERNOVA
Questa installazione, da un lato, rappresenta l’esplosione degli ultimi decenni di liberazione delle donne.
Generazioni e generazioni che hanno camminato nel silenzio e nell’obbedienza, è tempo di altre supernove!
“Felice il corpo capace di cambiare,
di non rimanere immobile,
di amare se stesso prima di essere amato…”
Dall’altro, poiché il corpo delle donne è un argomento complesso che racchiude molti aspetti, ci invita a porci alcuni interrogativi, quali:
1) Fino a che punto siamo libere di modellare il nostro corpo?
2) Come possiamo gestire le diverse pressioni dei canoni di bellezza, sociali, economiche, di status e di moda?
3) In che misura gli stereotipi sulle donne influenzano le nostre decisioni e cosa ci si aspetta da noi?
D’impatto l’installazione di Cherry Manga che presenta una donna con il ventre lacerato e il feto che le incombe sopra con filamenti a congiungere feto e madre. La scritta che scorre sulle strisce sovrastanti è molto chiara “I am a woman not a womb” ovvero “Io sono una donna e non un grembo”. Cherry invita a considerare il corpo femminile non solo un ventre, contenitore di figli, ma qualcosa di più complesso. La donna non solo madre, quindi, ma persona di sesso femminile nella sua meravigliosa complessità.
La visita finale è stata alla bella installazione di Fiona Saiman e Chris Tower , dal titolo Fil Rouge.
Il filo conduttore che unisce ogni dettaglio … le tante persone unite contro la violenza. Il colore Rosso rappresenta la passione che si impiega per annientarla.
Ringrazio tutti gli artisti che hanno aderito con impegno e dedizione alla causa per l’eliminazione della violenza contro le donne, presentando opere significative e molto belle.
Chi intendesse visitare la mostra, dopo aver letto questo post, può farlo, registrando un avatar nel sito di Craft, a questo indirizzo: https://www.craft-world.org/page/en/register-an-avatar.php
Per accedere al metaverso di Craft World, si dovrà scaricare un client o viewer per la piattaforma Opensim, a questo indirizzo web, quindi scegliere in base al proprio sistema operativo:
https://www.firestormviewer.org/os-operating-system/
In Craft troverete tutto l’aiuto per ambientarvi e fare amicizia, perché Craft è un mondo virtuale molto amichevole e accogliente.