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InReal, InWorld, InArt

Presentazione della Mostra Antologica: InReal, InWorld, InArt

InReal InWorld InArt poster
InReal InWorld InArt poster

La mostra ha luogo in Second Life nella regione Second Norway, dove l’arte trascende i confini del virtuale per toccare il reale. La sottoscritta e Stex Auer (Stefano Lazzari in real), organizzatore event manager, sono orgogliose/i di presentare una mostra antologica che mette in luce il lavoro di artisti pionieri, i cui contributi hanno segnato la storia di questo mondo parallelo e hanno risonanza anche nella nostra realtà tangibile.

Gazira Babeli è un’artista che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell’arte digitale, in particolare nell’universo di Second Life. La sua presenza è stata avvertita per la prima volta nella primavera del 2006, quando ha iniziato a essere associata a un avatar distintivo: una figura slanciata e vestita di nero, con una tuba e occhiali da sole.

Gazira Babeli
Gazira Babeli

La sua arte è un’esplorazione audace e provocatoria dei confini tra realtà e virtualità. Attraverso performance digitali non autorizzate e spesso sorprendenti, Gazira ha sovvertito le aspettative degli utenti di Second Life, trasformando il “mondo” in un luogo di terremoti o tempeste di immagini pop, deformando il “corpo” in modi inaspettati, e riempiendo il “museo” di pizze.

Le sue opere, come “Come Together”, sono considerate tra i progetti d’arte più importanti dell’ultimo decennio, secondo l’artista Alexei Shulgin. Gazira ha utilizzato Second Life come un laboratorio per condurre esperimenti che sfidano le convenzioni sociali e osservare le reazioni degli utenti.

Le opere di Gazira Babeli sono state esposte in diversi musei fisici e gallerie d’arte, tra cui:

  • Aksioma / Galerija Kapelica a Lubiana, Slovenia, dove ha tenuto una mostra personale e una performance intitolata “Acting as Aliens” nel novembre 2009
  •  National Portrait Gallery a Canberra, Australia, dove ha esposto nell’ottobre 2009.
  • Gallery [DAM] Berlin a Berlino, dove ha tenuto una mostra personale “Hammering The Void” nel maggio 2009
  • Es Baluard Museum of Modern and Contemporary Art a Palma, dove ha partecipato alla mostra “EXTIMACY” nel 2011.
  •  a Bergamo nella mostra “Salto nel vuoto. Arte al di là della materia” presso la GAMeC (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea). Questa mostra è stata il terzo e ultimo capitolo del progetto espositivo pluriennale dedicato all’indagine sulla materia nell’arte del XX e del XXI secolo, e ha esplorato il tema della smaterializzazione nell’arte. “Salto nel vuoto” ha presentato i lavori di artisti che hanno indagato la dimensione del vuoto e la smaterializzazione, tra cui anche Gazira Babeli, che con le sue opere ha riflettuto i cambiamenti epocali nella percezione della dimensione materiale introdotti dall’emergere dei paradigmi del software e dell’informatizzazione. La mostra si è svolta dal 3 febbraio al 28 maggio 2023, offrendo al pubblico un’esperienza visiva e corporea attraverso le opere esposte.

Inoltre, Gazira ha contribuito a lanciare la comunità di artisti di Odyssey, che le ha tributato una retrospettiva, dimostrando la possibilità di fare arte all’interno di un software 3D. La sua influenza si estende oltre il virtuale, ispirando riflessioni sulla natura dell’arte e dell’identità nell’era digitale.

In sintesi, Gazira Babeli è un’icona dell’arte digitale, una figura che incarna la fusione tra tecnologia e creatività, e il suo lavoro continua a ispirare artisti e pensatori in tutto il mondo.

 

Marco Manray, noto nel mondo reale come Marco Cadioli, è un artista e net reporter che ha documentato gli sviluppi di Second Life fin dall’inizio del 2005. La sua pratica artistica si concentra sulla netphotography, una forma di fotografia che cattura eventi, persone, arte e la vita quotidiana all’interno del metaverso di Second Life.

Il Gorgo
Il Gorgo di Marco Cadioli

Cadioli ha una formazione in fisica e ha seguito l’evoluzione dei nuovi media dalla fine degli anni ’90. Insegna NetArt e Culture Digitali all’Accademia di Belle Arti di Carrara.

I suoi reportage sono stati pubblicati su testate internazionali come “Liberation”, “Elle”, “Il Sole 24 Ore” e “Repubblica” ed esposti in mostre italiane e internazionali.

Cadioli esplora il concetto di realtà attraverso le sue fotografie, cercando di catturare quegli attimi in cui l’arte si manifesta nel virtuale, creando momenti emozionanti e significativi. Il suo libro “Io, reporter in Second Life” è un esempio del suo approccio alla netphotography, dove tratta la realtà virtuale con la stessa serietà e impegno di un fotografo nella realtà fisica.

Marco Manray Cadioli è quindi un pioniere nel campo della fotografia digitale e un esploratore dei confini tra il mondo fisico e quello virtuale, contribuendo significativamente alla comprensione e all’apprezzamento dell’arte nel metaverso.

Marco Cadioli è attualmente, attivamente coinvolto nel lavoro con l’intelligenza artificiale. Recentemente, ha esplorato il rapporto tra arte e AI in diversi progetti:

• “The Apocalypse will be visualized by an AI” (2023 – in corso): Una serie di immagini generate con sistemi di text-to-image, basate sui versetti originali dell’Apocalisse.

• “Curating the AI” (2022-2023): Un progetto che esplora il rapporto tra AI e pratica curatoriale, attraverso la costruzione di una mostra, dalla creazione delle opere alle scelte di design espositivo fino ai dispositivi di comunicazione e al catalogo.

• “Database for Human Training” (2017 – in corso): Una riflessione sul rapporto uomo-macchina nell’epoca dell’intelligenza artificiale, con una serie di video loop selezionati da uno dei più diffusi database di espressioni facciali usate per addestrare l’AI a identificare le emozioni umane.

Questi progetti dimostrano l’interesse di Cadioli per le potenzialità espressive dell’AI e il suo impegno nello sperimentare nuove forme di arte digitale.

 

Fau Ferdinand conosciuta anche come Yael Gilks, è un’artista e membro del gruppo di performance artistica Second Front. La sua pratica artistica si estende dalla pittura digitale alle animazioni, alle performance art e alla video art.

Ha completato un ampio progetto di machinima con il regista italiano Berardo Carboni e si è unita a Second Front nel 2007, creando performance ricche di strati visivi di storia personale.

Fau e anche un’artista di new media indipendente che si distingue per la sua arte video e le performance in Second Life. La sua pratica artistica comprende la creazione di machinima, un tipo di filmato realizzato all’interno di ambienti virtuali tridimensionali.

Le sue opere video sono caratterizzate da un approccio sperimentale e spesso incorporano elementi di performance art. Attraverso i suoi machinima, Fau Ferdinand esplora temi come l’identità, la realtà virtuale e la connessione tra il digitale e il fisico. I suoi lavori sono stati esposti in varie piattaforme online, tra cui Vimeo e YouTube, dove condivide una varietà di progetti che vanno da brevi clip a lavori più estesi.

Fau Ferdinand è anche membro di Second Front, un collettivo di artisti che realizza performance remote utilizzando Second Life come piattaforma. Questo gruppo è noto per le sue esibizioni innovative che sfidano i confini tra arte e tecnologia.

 

Bryn Oh è un’artista contemporanea del mondo virtuale, nota per le sue installazioni interattive e le esperienze immersive in ambienti virtuali come Second Life, Sansar e Steam. Attiva nella comunità dei mondi virtuali dal 2007, Bryn Oh è considerata una delle pioniere nell’ambito dell’arte virtuale.

Anna's Many Murders
Anna’s Many Murders by Bryn Oh

L’alter ego umano di Bryn Oh ha studiato belle arti all’Ontario College of Art & Design University, ricevendo il premio George A Reid per la pittura. In seguito, ha studiato animazione al computer e ha imparato a utilizzare programmi di grafica computerizzata come Softimage XSI e Zbrus.

Lo stile artistico di Bryn Oh, che lei chiama Immersiva, fonde elementi di surrealismo, fantasia e narrazione per creare esperienze coinvolgenti e stimolanti per il pubblico. Le sue installazioni virtuali, visitate da una media di 30.000 a 40.000 visitatori, hanno anche trovato spazio in gallerie d’arte e musei fisici, ampliando l’impatto e la rilevanza dell’arte virtuale nel mondo dell’arte contemporanea.

Bryn Oh ha iniziato ad esplorare il metaverso intorno al 2007, evolvendo da installazioni scultoree statiche, come insetti ispirati allo steampunk, a ambienti immersivi su larga scala che coinvolgono i residenti della piattaforma attraverso un intreccio di elementi narrativi, oggetti estetici e gameplay interattivo.

Le tematiche esplorate nelle opere di Bryn Oh affrontano argomenti come l’identità, la memoria, la condizione umana e la linea sfumata tra tecnologia e realtà. La sua arte immersiva permette ai visitatori di immergersi in narrazioni aperte e ambientazioni con una produzione simile a quella cinematografica.

 

Tina Bey si è laureata in Belle Arti presso la Pridiliano Pueyrredon – Cárcoba, in Argentina, e ha esposto le sue opere in diverse mostre collettive e personali, sia in ambito reale che virtuale.

Nel 2009 Tina decide di entrare in Second Life. In scuole spagnole come la 1+1 del Prof. Dimitri  impara a conoscere gli strumenti virtuali (prims). Nel 2010 passa a Opensim, un luogo libero per creare, ed è come arrivare in paradiso.

La sua fonte di ispirazione è la vita stessa, l’empatia e la curiosità sono elementi fondamentali per il mio lavoro; ad esempio, è molto probabile che una notizia rilevante o commovente influenzi la mia ispirazione. Sono sempre attenta, sento il bisogno di comunicare il mio punto di vista, di pormi delle domande e di incoraggiare gli altri a mettersi in discussione.

Tina Bey usa la fotografia, la pittura digitale, la scultura 3D e la realtà virtuale per esprimere la sua visione del mondo, caratterizzata da una forte sensibilità sociale e da una ricerca di bellezza e armonia.

Tina in una intervista rilasciata per il Museo del Metaverso afferma: “Il mio stile potrebbe essere considerato “surrealista” con un’identità personale e culturale, che comunica idee, emozioni e prospettive. Alcuni temi sono più scabrosi di altri, ma in generale tende a mettere in discussione e a godere dell’opera stessa. L’arte è soggettiva e il difficile è renderla universale, questo è il mio obiettivo. Raggiungere un’empatia più ampia per riflettere e interpretare meglio la collettività.”

Le sue opere sono spesso ispirate a temi sociali, alla quotidianità e alla contemporaneità. E’ un’artista che esplora l’intersezione tra arte digitale e realtà virtuale.

Attraverso il suo lavoro, Tina Bey si immerge in temi come l’identità, la comunità e l’interazione all’interno degli spazi virtuali, creando opere che riflettono la complessità e la ricchezza del metaverso. Tina Bey è anche un’insegnante di arte, che trasmette ai suoi studenti la sua passione e le sue competenze, usando le nuove tecnologie come strumenti di apprendimento e di creatività.

 

Patrick Moya ci ha regalato un universo popolato da personaggi e narrazioni che si intrecciano tra il digitale e il fisico.

E’ un artista del Sud della Francia che vive a Nizza sulla Costa Azzurra. Moya è stato un pioniere fin dagli anni ’70 nell’attraversare le ultime forme di media e tecnologia. È stato uno dei primi pionieri della video arte nel metaverso, lavorando su Second Life dal luglio 2007.

La sua carriera artistica è iniziata quando si è trasferito a Nizza all’età di quindici anni e ha studiato Belle Arti alla Villa Arson per tre anni. Ispirato dalla teoria di Marshall McLuhan, ha inventato uno show televisivo chiamato “Bonzour Bonzour” dove si è esibito come artista televisivo. Questa è stata la sua prima sperimentazione nella video arte.

Nel corso degli anni, Moya ha creato un universo personale attraverso i suoi lavori, che includono pittura, scultura, disegno, ceramica, performance, live painting, installazioni, video e arte digitale. Ha creato il suo primo alter ego nel 1997, un autoritratto caricaturale ispirato al personaggio di Pinocchio, che gli permette di rappresentare se stesso nelle sue opere.

Dal 2007, Patrick Moya è il proprietario del virtuale Moya Land nel mondo 3D Second Life, dove ha creato un’intera civiltà basata sui suoi personaggi e narrazioni. Nel 2011, la storia della civiltà di Moya è stata raffigurata sulle pareti del centro d’arte La Malmaison a Cannes, permettendo ai visitatori di incontrare l’artista a distanza e porre domande.

Moya ha esposto in numerose mostre personali e collettive, sia in Francia che all’estero, e continua ad essere un artista influente nel campo dell’arte contemporanea e digitale.

 

Sarima Giha, conosciuta nella vita reale come Maria Luisa Grimani, ha portato la sua sensibilità artistica e la sua visione unica in Second Life.

La Città Blog
La Città Blog di Sarima Giha

Maria Luisa Grimani/Sarima Giha è un’artista che ha esplorato il mondo virtuale per creare opere di poesia visiva. La sua arte si fonda sulla parola lirica che si fissa nell’immagine, dando vita a nuove capacità di significato.

Grimani coltiva la poesia visiva dal 1975, utilizzando tecniche diverse per esprimere la sua visione artistica. La sua ricerca l’ha portata a collaborare con artisti di spicco come Wando Aldrovandi e Bruno Munari, da cui ha appreso che l’arte può essere espressa con gioia e serenità.

Nel suo viaggio virtuale come Sarima Giha, ha scoperto paesaggi e immagini dal forte richiamo lirico in Second Life, su cui ha applicato versi di poesie di autori come Federico García Lorca, T.S. Eliot e Rainer Maria Rilke, oltre a poeti del gruppo “Password” che raccoglie artisti operanti online.

Convinta delle potenzialità infinite di Second Life, Grimani ha espresso il desiderio di esplorare ulteriormente la dimensione tridimensionale, lavorando sull’idea di profondità che il mondo virtuale può offrire. La sua mostra “Il Fogliomondo di Sarima” presso il negozio Feltrinelli di Monza è stata un’esposizione delle sue opere realizzate in Second Life, dimostrando come l’arte digitale possa trascendere i confini del virtuale.

 

Mitarina Bellini, nota nel mondo virtuale come Mexi Lane, è un’artista e interior designer che ha portato la sua creatività e il suo gusto nei mondi virtuali, in particolare in Second Life. Con un solido background artistico sviluppato all’Accademia di Venezia, dove ha studiato Scenografia, e poi in televisione come autrice e regista, Bellini ha un ricco portfolio di progetti di interior design per le case più alla moda di Second Life.

Realtà Virtuale
Realtà Virtuale di Marina Bellini

Oltre all’interior design, è una dei rari videomaker italiani a girare e montare professionalmente machinima nei mondi virtuali. Come pioniera della Rete, ha curato per quattro anni le mostre d’arte dei Musei in Comune nella sim MIC, dove si estendevano le mostre dei Musei di Roma volute dall’ex Assessore alla Cultura Umberto Croppi.

Bellini ha anche pubblicato libri e monografie sulle tematiche della rete, tra cui il primo “Maschi virtuali” edito da Apogeo nel 1999. Ha ideato e diretto eventi come “Futurnet – dal Futurismo al Futuro” e il Digital Café alla fiera della piccola e media editoria “Più libri, più liberi”, durato per sei anni con un totale di 1250 relatori internazionali.

Nel suo ruolo di direzione artistica, ha lavorato su progetti come la mostra antologica “Corrado Veneziano nel Metaverso” alla Sky Art Gallery su Spatial, dimostrando la sua capacità di integrare arte e tecnologia.

Marina Bellini è quindi un’artista multidisciplinare che ha saputo esplorare e sfruttare le potenzialità dei mondi virtuali per creare spazi espressivi unici e coinvolgenti, contribuendo significativamente al dialogo tra arte, design e nuove tecnologie.

Unitevi a noi in questa celebrazione dell’arte e dell’innovazione, dove ogni opera è un ponte tra mondi e ogni artista è un esploratore di possibilità infinite.

 

Rosanna Galvani alias Roxelo Babenco, curatrice della mostra

Stefano Lazzari alias stex auer,  organizzatore event manager

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